Medici in Prima Linea: Valori e Valore

Medici in Prima Linea Valori e Valore

Medici in Prima Linea: Valori e Valore è un titolo che riassume il cuore di questa trilogia di interviste, dedicata alla vita professionale di Gianluca, medico di pronto soccorso, e ai valori che emergono dalle sue esperienze quotidiane. Nei due articoli precedenti abbiamo esplorato il ruolo del medico nella gestione delle emergenze e l’importanza del supporto umano in contesti critici.

In questa terza intervista ci concentreremo sul periodo del Covid-19, una sfida senza precedenti che ha messo alla prova non solo la preparazione tecnica dei medici in prima linea, ma anche la loro capacità di resistere emotivamente, dimostrando Valori fondamentali come il coraggio e l’empatia.

Il periodo del Covid-19

Quei mesi sono trascorsi come se fossero un unico, lungo giorno. Parlo dei primi quattro o cinque mesi, in particolare della prima ondata. Lavoravo a San Donato, una delle prime zone colpite in Italia, paragonabile a Codogno e Lodi. Eravamo già in prima linea prima ancora del lockdown. Ricordo la fatica immane: camminavamo tra i sacchi neri contenenti i corpi delle persone decedute, che venivano lasciati momentaneamente al pronto soccorso. Era surreale e devastante.

esperienze sul campo…

Una delle esperienze che più mi ha colpito è stata comunicare la morte ai familiari senza poter dare loro la possibilità di vedere i propri cari un’ultima volta.

Una donna, il cui padre era un ex infermiere in pensione, mi ha ringraziato per la delicatezza con cui le ho dato la notizia della morte. Mi disse: “Non so come fate voi, ma il modo in cui mi ha comunicato la perdita di mio padre è stato di grande conforto per noi”. Ancora oggi mi chiama ogni tanto per sapere come sto.

Un altro momento significativo è stato quello legato a un amico medico, gravemente malato di polmonite. Non voleva venire in ospedale per paura di finire in rianimazione. Io e una collega di chirurgia siamo andati a prenderlo forzatamente, convinti che se non lo avessimo fatto, sarebbe morto. È stato un periodo in cui ho visto la paura negli occhi di molti colleghi, medici e infermieri, abituati a curare ma timorosi di diventare essi stessi pazienti.

Medici in Prima Linea Valori e Valore - Gianluca Macario
Medici in Prima Linea Valori e Valore Gianluca Macario Periodo Covid 19

L’aspetto della Morte: Valori e Valore

Il mio rapporto con la morte non è mai cambiato. Ogni volta che un paziente muore, mi prendo un momento per rivolgermi al defunto, quasi a rendergli omaggio. Non importa se ci sono parenti presenti o se il paziente è solo: io sento il bisogno di farlo comunque. Quando ci sono familiari, se li vedo particolarmente sofferenti, cerco di offrire loro conforto; se invece li percepisco distanti o freddi, continuo comunque a sentire il peso della perdita di un essere un umano.

Una volta ho assistito un uomo solo, un ex batterista che aveva suonato per un famoso cantante italiano agli inizi della sua carriera. Era in fin di vita, senza parenti accanto. L’ho seguito per ore, ascoltando la sua storia. A un certo punto, senza che io gli avessi detto nulla di me, mi ha chiesto: “Ma lei è un musicista?”. Rimasi sorpreso e gli chiesi come avesse fatto a capirlo. Mi rispose che era evidente dal modo in cui mi relazionavo con lui. Alla fine, quella notte morì, e io rimasi segnato profondamente da quella esperienza.

riflessione di Valori e Valore…

Non è vero che ci si abitua alla morte. Ho colleghi bravissimi dal punto di vista tecnico, ma che si sono lasciati consumare da questa professione e hanno perso dei Valori e Valore. Sono diventati freddi, distaccati, forse per proteggersi dal dolore. Io credo invece che mantenere l’umanità sia fondamentale, anche se richiede grande forza. Ogni giorno è una sfida, e bisogna avere il coraggio di rinnovare continuamente questa scelta.

Medici in Prima Linea Valori e Valore uno sguardo
Medici in Prima Linea Valori e Valore uno sguardo umano

Non ho paura di mostrare le mie emozioni. Quando una storia mi colpisce particolarmente, non esito a ritirarmi per qualche minuto, magari in bagno, per lasciarmi andare alle lacrime. Non è debolezza, è il mio modo di restare umano in un lavoro che potrebbe facilmente portarti a perdere te stesso.

Credo che il compito del medico non sia solo curare, ma anche esserci. A volte non servono parole, basta la presenza, il far sentire che non sei solo in quel momento. È un equilibrio difficile, ma è quello che rende questa professione così preziosa e unica, ricca di Valori e Valore.

Il Futuro del Pronto Soccorso

Il futuro del pronto soccorso? Lo vedo complesso, ma inevitabilmente centrale nel sistema sanitario. Stiamo affrontando una carenza cronica di medici di base, che sovraccarica le strutture di emergenza. Questa situazione non riguarda solo l’Italia: è un problema internazionale. Molti paesi stanno cercando di attrarre medici dall’estero, ma la barriera linguistica rappresenta una difficoltà enorme. Il nostro lavoro richiede competenza, ma anche comunicazione efficace con i pazienti. Lo spagnolo o il portoghese possono imparare l’italiano velocemente, ma altre nazionalità faticano ad adattarsi al contesto linguistico e culturale.

Un tempo, il medico del pronto soccorso era visto come un ripiego, quasi una figura di serie B, per chi non riusciva a specializzarsi. Oggi, la realtà è completamente diversa: siamo diventati centrali, una sorta di trait d’union tra il paziente e le diverse specialità. Il nostro compito è gestire il paziente fino a quando non subentra uno specialista, inquadrando il caso e fornendo il primo intervento cruciale.

il futuro…

In futuro, vedo un pronto soccorso sempre più strategico. Dobbiamo essere un po’ medici di base, un po’ medici d’urgenza, e anche consulenti clinici. La nostra funzione è diventata quella di un filtro, evitando che lo specialista venga chiamato inutilmente. Un tempo, questo ruolo era svolto dai medici di famiglia, che oggi sono sempre meno.

Dobbiamo accettare che per almeno un decennio questa carenza non sarà risolta. La formazione di nuovi medici richiede tempo, e nel frattempo toccherà a noi reggere il peso di questa situazione. È fondamentale che il nostro ruolo venga riconosciuto e valorizzato, perché siamo noi i primi a fare la differenza quando un paziente varca la soglia del pronto soccorso.

E non è solo una questione tecnica: è una questione di umanità, di Valori e Valore della Persona. Come mi diceva un mio vecchio maestro: “il Medico del Pronto Soccorso non è una figura di ripiego, ma il cuore pulsante dell’intero sistema sanitario.” Oggi quel pensiero si sta realizzando, e il nostro lavoro non è mai stato così prezioso.

Valori e Valore per i Giovani Medici

Non saprei cosa dirgli, se non di chiedere a se stesso il motivo per cui vuole farlo. Se riesce a rispondere sinceramente, allora è già sulla strada giusta. Questo lavoro richiede passione, determinazione e una forte capacità di resistenza, sia fisica che emotiva. Non basta essere bravi tecnicamente: bisogna essere pronti a entrare in empatia con il paziente e con i suoi familiari, a gestire momenti di altissima tensione senza perdere lucidità.

Nel corso degli anni, molti giovani medici mi hanno chiesto come sia il mio lavoro. Parlando con me, alcuni di loro si sono appassionati e hanno deciso di seguire questa strada. Credo molto nel valore della comunità e della condivisione delle esperienze: per questo ho creato un gruppo dedicato ai giovani medici di pronto soccorso che si chiama: ANMOS. Ci confrontiamo, ci sosteniamo a vicenda e lavoriamo per migliorare costantemente le nostre competenze.

Un aspetto fondamentale che consiglio a tutti è di non isolarsi mai. Questo mestiere può logorarti se non trovi un equilibrio e non condividi il peso emotivo con qualcuno. Io stesso, periodicamente, parlo con uno psicologo: è un modo per non farmi consumare dal lavoro e continuare a svolgerlo al meglio.

In definitiva, il mio consiglio è questo: se senti di voler fare il medico di pronto soccorso, fallo con tutto te stesso, ma ricordati che non sei solo. Cerca il supporto dei colleghi, delle persone care e, soprattutto, non smettere mai di chiederti perché hai scelto questa strada. La risposta ti guiderà anche nei momenti più difficili.

Ritrovare il Valore e i Valori attraverso la Narrazione

“Mi ha fatto molto bene. Non è stato solo un racconto, ma una revisione, quasi una catarsi. Hai saputo farmi le domande giuste, costruendo un percorso che ha dato ordine ai miei pensieri. Mi sono ritrovato in questa narrazione, e credo che un giorno potrei scrivere una Biografia Pedagogica della mia vita professionale. Raccontare la propria storia è terapeutico. Oggi ho rivissuto momenti importanti, ma sempre con uno sguardo rivolto al futuro”.

La forza di un’intervista come questa sta proprio nella sua capacità di far emergere i Valori ed il Valore della persona, anche quelli più profondi. Ogni narrazione è un viaggio, e in un’ora si può scoprire tanto di sé, ritrovando significato e nuove consapevolezze. Questo è il potere delle Biografie Pedagogiche: tra un colloquio e l’altro c’è un momento di riflessione, di backtalk, dove le persone entrano in contatto con ciò che hanno detto, con la loro storia e con il Senso del loro Vissuto.

Se vuoi vivere un’esperienza simile, scrivere la tua biografia o Iniziare un percorso di narrazione personale, Contattami per un colloquio-intervista. Raccontare è un modo per Ritrovarsi e per Lasciare un Segno.

#esperienzanarrata di Maria Adelaide Macario

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Maria Adelaide Macario
Maria Adelaide Macario Pedagogista Digitale nel Lifelong Learning e Biografie Pedagogiche
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