Biografie Pedagogiche.

Percorsi nell’ambito della Cura sulla Verità Narrativa della Persona, riportandola ad un nuovo Valore

Questo argomento è stato oggetto di approfondimento nella tesi della laurea in Consulenza Pedagogica e Ricerca Educativa.

Il titolo della tesi era:

L’architettura della mente: Costruzione di un Percorso Narrativo e di Apprendimento Significativo in un caso di Alzheimer.

In quel progetto utilizzai il Metodo Biografico proposto dal Prof. Duccio Demetrio dove era importante salvaguardare, incentivare e raccogliere le memorie familiari di alcuni malati di Alzheimer, con il supporto delle Famiglie e Caregiver.

Per due mesi, collaborai con il Centro Diurno Terapeutico “Filo d’Arianna” di pro Senectute, a Balerna (CH) che mi ospitò, un giorno la settimana.

In quel contesto lavorai sulla raccolta delle memorie familiari di Anziani Malati di Alzheimer.

Il Prof. Telmo Pievani, invece, è stato invece il mio mentore per tutti i cinque anni del percorso universitario.

Con il suo approccio da epistemologo mi permise di ricercare, esprimere, sviluppare in piena autonomia le tematiche di mio interesse.

E’ stato relatore nella tesi di Laurea Triennale in Scienze dell’Educazione dal titolo:

I Significati della Narrazione e della Riflessività nelle Diagnosi.

In quella tesi affrontavo la tematica sulla Narrazione delle Diagnosi dei Malati Oncologici, soffermandomi sulla relazione tra il Paziente e la Figura Sanitaria.

Queste due esperienze  hanno consolidato in me una predisposizione all’Ascolto, alla Narrazione e Cura delle Persone, riportandole alla consapevolezza di possedere un nuovo Valore.

Partendo da questi studi svilupperò articoli e approfondimenti nell’area Blog.

Biografie Pedagogiche: un intuizione

Ma torniamo all’origine delle Biografie Pedagogiche nate da “un intuizione” evidenziata durante il corso “Tecniche e Teorie Autobiografiche” dove ci veniva chiesto di raccogliere una “Biografia”, su una persona di nostra scelta.

Ritenni opportuno incominciare da mia madre, ma avevo due ostacoli da superare:

a) non le piaceva raccontarsi

b) era da pochi mesi rimasta vedova

La sfida come Ricercatrice-Biografa era ancora più allettante, inoltre avevo l’opportunità di raccogliere le memorie familiari.

Nell’esecuzione mi accorsi, quasi subito, che il lavoro si stava trasformando anche in un valido approccio terapeutico per superare il dolore della morte del marito e per sollecitare in lei una autoriflessione sul Suo Valore, sul Senso della propria Vita.

Questo lavoro le ha permesso, ove ci sia stato bisogno, di esternare quella rabbia repressa sulla perdita di un così grande amore.

Ammetto che, con mia incredulità, accolse  questa esperienza predisponendosi in modo attivo e propositivo.

Immagino, comunque avesse il bisogno di parlare del suo vissuto, per intraprendere “un cammino verso di Sé”, un viaggio nel corso del quale poteva esplorare e ricostruire l’itinerario, gli avvenimenti che le avevano permesso di comprendere il suo orientamento, di rimembrare i suoi sogni, di raccontare le sue cicatrici, di descrivere i suoi atteggiamenti interiori e i suoi comportamenti.

Raccontarsi in una Biografia Pedagogica è stato un passaggio, un accompagnamento, ma l’obiettivo è stato quello di vederla autonomamente prendere “le redini” delle sue capacità cognitive ed emotive e vederle espresse in modo autobiografico, nella scrittura.

Metodo Biografico e Verità narrativa

Il Metodo Biografico presuppone un atteggiamento rispettoso verso

Chi si narra e a ciò che si Ascolta.

Ci viene donata, una storia, la vita dell’Altra Persona.

Il Metodo Biografico è un progetto Pedagogico.

Come abbiamo già capito dall’esperienza descritta sopra, è “Un Cammino Verso di Sé”, alla ricerca delle memorie personali e familiari.

Dalla Biografia di mia madre, partì l’idea di posizionare il mio sguardo come Ricercatrice-Biografa che non cerca la “verità storica”, la cosiddetta “oggettiva” ma piuttosto quella che molti studiosi chiamano la “Verità Narrativa”.

La Verità Narrativa è quel sapere condiviso, personale, sociale, familiare che si modifica nel tempo, circolando di bocca in bocca e che, per millenni, ha rappresentato il requisito della trasmissione culturale

Stabilito che avrei sviluppato questo metodo nella mia tesi, mi domandai in che campo potessi trovare un interesse di ricerca che mi permettesse di mettere in gioco “la memoria” sia sotto l’aspetto “nuerofisiologico-evolutivo” che sotto quello puramente “narrativo”, e quindi ” biografico”, cioè, la raccolta di storie di persone anziane malate di Alzheimer.

Per concludere questa presentazione possiamo dire che: un buon rapporto con i nostri ricordi e con quelli Altrui ci rende Persone, che sanno guardare al passato, con sentimenti affettuosi, curiosi e costruttivi verso il futuro.

Gli obiettivi del Metodo Biografico sono:

sensibilizzare le future generazioni all’incontro con il patrimonio delle storie di vita dei predecessori

salvaguardare il benessere del narratore o narratrice, dare Valore alla Persona.

Biografie Pedagogiche: #esperienzanarrata

L’Esperienzanarrata più significativa e gratificante di Biografie Pedagogiche l’ho vissuta nel 2010, quando collaborai con la Fondazione Bellora – Onlus di Gallarate (VA).

In quel contesto sviluppai un Progetto Pedagogico finalizzato al recupero della memoria ed alla riduzione del disagio psicologico degli ospiti della Fondazione.

Biografie Pedagogiche vissute e scritte insieme ai protagonisti narranti:

  • Luigina, figlia, moglie, mamma: una donna tenace (2007, Balerna – CH)
  • Storia di Donna Lucinda ”una presenza” fra molte  (2007, Balerna – CH)
  • Bruno e la “Canterina Ticinese” (2007, Balerna – CH)
  • Angela ”Piccola, come un acino d’uva” (2010, Gallarate – VA)
  • Gina “La paisanella” (2010, Gallarate – VA)
  • Liliana “Una vita costruita sulla solidità di principi come la fedeltà, l’umiltà e l’onestà d’animo”  (2011, Gallarate – VA)
  • Da “Scugnizzo” a “Cittadino del Mondo” (2015, Oggiona Santo Stefano – VA)
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