Esperienza di una Donna-Madre Single: Cresciuti insieme
Cresciuti insieme, racconta la mia esperienza di Donna-Madre, possibile. Esperienzanarrata è un blog che narra aspetti autobiografici intrisi di Amore e Valore.
Qui riporto con emozione un brano scritto nel 2011, modificato per contestualizzare il periodo attuale. Il brano originale si trova a pag.307 del libro “Maternità possibili, 122 Storie, Testimonianze e Riflessioni”, Edizioni Scalino.
L’idea venne dalla mia amica Pedagogista e scrittrice di Fiabe, Rosa Rita Formica, che mi propose ad un gruppo di professioniste di Milano (tra cui Irene Auletta) che raccoglievano testimonianze di vissuti di Madri e Possibili Madri.
Nel periodo in cui stavo uscendo dall’ospedale a seguito di una trombo-embolia polmonare massiva, fui contattata.
Era il 5 Maggio 2011, e quel giorno segnò l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita. Ancora oggi, a distanza di 10 anni considero quell’evento come una seconda chance per vivere una Vita più Consapevole del suo Valore.
Narrazione Autobiografica: un’Emozione Valoriale intrisa d’Amore
Ho ricostruito i momenti salienti della mia esistenza, esponendo con razionalità e maturità fatti che altrimenti sarebbero rimasti solo nei miei ricordi. Raccontarsi ad un figlio, sapendo quasi sicuramente che non ti leggerà, mi ha svincolato dal sentirmi sotto pressione, permettendomi di esprimere liberamente sentimenti ed esperienze.
Questa esperienza di scrittura rappresenta ciò che chiamo: Metodo Biografico. E’ un lavoro che nelle Biografie Pedagogiche viene consegnato e custodito nelle famiglie, desiderose di lasciare memorie ai posteri, ridando Valore ai loro predecessori. Le Biografie Pedagogiche nella norma sono un percorso Pedagogico, Educativo e Privato.
In questo caso viene presentata ad un pubblico, perché è stata una mia scelta, ne sono l’autrice e protagonista.
Una Moglie Possibile
Caro Federico,
eccomi qui a scriverti ripensando al nostro percorso insieme, 22 anni.
Avevo la tua età quando mi sposai. Ero una giovane donna vivace, di carattere forte che si era impostata la vita pensandola secondo una sequenza di obiettivi da raggiungere.
I sette anni che trascorsi con tuo padre furono dedicati interamente alla progettualità di una famiglia solida e alla creazione di un benessere professionale.
All’epoca decisi di abbandonare gli studi universitari. Dopo qualche anno di vita di coppia, sentii il bisogno di costruire una famiglia con figli. Speravo di avere almeno due, tre figli e non temevo di di non riuscire a conciliare famiglia e lavoro. La nostra professione nello studio odontoiatrico mi permetteva di seguire con una certa flessibilità con i tempi.
Progettualità e Realizzazione di Sogni
Non sarei più diventata il medico come sognavo da bambina, ma aprire, organizzare e condurre uno studio odontoiatrico mi permetteva di esprimere la mia voglia di imprenditrice, acquisita da nonno Giacomo. Un altro sogno era dedicarmi agli Altri, caratteristica che mi definiva come “idealista”.
Riuscii a convincere tuo padre a fare un’esperienza di missione e tre anni prima della tua nascita andammo in Tanzania per cinque settimane. Anche lì mi impegnai come assistente sanitaria. Ricordo con malinconia quel periodo che avrebbe dovuto consolidare il nostro matrimonio.
Due anni dopo, entusiasta della precedente esperienza, mi attivai per ritornare in Africa, questa volta in Etiopia per gestire uno studio odontoiatrico. Ero felicissima, ma la gravidanza cambiò i piani. Ad aprile del 1988 scoprii di aspettarti, caro Federico. Rinunciai alla missione senza rimorsi, nonostante la soddisfazione di tuo padre per aver evitato una situazione non gradita a lui. Lì iniziai a capire che non stavamo andando nella stessa direzione.
Una Madre possibile
Durante la gravidanza lavorai tutti i pomeriggi con tuo padre, ma la stanchezza mi costrinse a letto per una settimana nel mese di Dicembre. Il 6 gennaio 1989, tu nascesti, in un giorno freddo e nebbioso. A parte i nonni, non ricevetti visite di parenti, e così iniziammo la nostra vita insieme, soli.
Se guardo a quegli anni, vedo la mia solitudine con tuo padre e i suoi genitori, perdendo il contatto con la mia famiglia d’origine. Nel novembre 1989, rimasi felicemente in attesa del tuo fratellino Emanuele. Avreste avuto un anno e mezzo di differenza: tu forse non puoi immaginare la mia gioia per l’accadimento di quell’evento.
l mio modello di famiglia si stava realizzando.
Sempre in quell’anno avevamo, inoltre, acquistato i locali del nuovo studio dentistico per cui tutto ciò che si poteva desiderare dal punto di vista del successo, si stava compiendo. La mia vita di coppia, invece, non si era evoluta: la tua nascita, aveva colmato, in me quel bisogno di dare e ricevere affetto da un altro essere umano e questa era una triste consapevolezza.
Ora sareste stati in due.
Il cambiamento inaspettato
Purtroppo, la gravidanza si interruppe il giorno di Santo Stefano, una settimana prima del tuo compleanno. Quando ripenso a quel fatto rinasce in me la rabbia e lo sconforto totale che provai in quei giorni. Tu eri piccolo, eri la gioia e scopo della mia vita per cui non ti avrei mai voluto negare la serenità che ti spettava, come bambino, ma inevitabilmente quella circostanza triste, segnò e divise le nostre tre vite.
La perdita di Emanuele portò una crisi nel rapporto con tuo padre. Realizzai che la sua visione di famiglia prevedeva un solo figlio. Continuammo a lavorare insieme nello studio odontoiatrico, ma il distacco tra noi cresceva. la consapevolezza del mio disinnamoramento verso tuo padre arrivò quando capii che c’era un mondo fuori che mi aspettava.
Un viaggio nella consapevolezza
Inizialmente fu la conoscenza di uomo “ad aprirmi gli occhi” su ciò che desideravo realmente. Non era la persona incontrata, ma le differenze sostanziali rispetto a tuo padre che mi colpirono. Idealista, decisi che la tua esistenza non valeva il sacrificio di stare in quel sistema familiare.
Credevo da 28enne di potermi riproporre in una nuova configurazione familiare e di vita.
Sogni! Illusioni! Sbaglio nel voler pianificare tutto! Presunzione! Idealismo! Romanticismo! Cocciutaggine! Possessività! Insicurezza delle proprie risorse! Educazione tradizionale! Remissività ma nello stesso tempo indomabilità! Voglia di affermazione! Competitività!
La lista è lunga per descrivere il perché, è andata male!
Tu ed io insieme
Durante il tuo terzo anno di vita, iniziasti ad essere “condiviso e diviso” tra me e tuo padre.
Federico caro, so che non è stato facile per te. Ho sempre cercato di metterti “al primo posto” sopperendo alla mancanza di una famiglia completa. Organizzavo gite e visite par passare del tempo insieme, anche se spesso ci spostavamo per la mia natura inquieta.
Cresciuti insieme
Una passione importante è “la voglia di viaggiare” che considero fondamentale per la formazione. Nel viaggio si mettono in gioco capacità diverse come “il fai da te”, l’adattamento alla fatica sia fisica che emotiva, la socializzazione, la tolleranza alla differenza, l’accettazione delle “sfide” impreviste!
Purtroppo per motivi economici siamo riusciti a concederci solo tour alle città italiane che però organizzavamo con grande accuratezza e curiosità artistica-culturale.
Quando stavi frequentando la seconda media, ebbi un crollo psicofisico e tu mi rimasi accanto con le tue capacità di ragazzino.
Crescere nello studio
Mi iscrissi a Pedagogia, una scienza che mi permetteva di “formarmi per formare”, “educarmi per educare”, “conoscermi per conoscere gli altri”. Abbiamo passato momenti privilegiati durante i miei studi universitari mentre tu frequentavi il liceo classico. Quegli anni ci hanno permesso di crescere insieme, consolidando il nostro legame.
Da Madre a Donna Possibile
Sei anni fa, hai concluso il tuo percorso universitario e ti sei trasferito in una tua abitazione. Ti ho accompagnato all’indipendenza concludendo un percorso educativo.
Nonostante le difficoltà di comunicazione e tensioni causate da fattori esterni e anche, caratteriali, ci siamo accettati per quello che siamo.
Il nonno Giacomo, il nostro “amorevole mediatore”, ci ha insegnato a rispettare i nostri ruoli:
“io, madre e tu, figlio”
amarci, onorarci ed io aggiungo, consolarci.
Con Amore la tua Mamma
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